Il numero 66 si apre con l’importante intervista che il nostro Enrico Falchi è riuscito a farsi rilasciare in esclusiva dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Matteo Maria Zuppi. Il cardinale ci parla di una Chiesa “in entrata”, capace non solo di accogliere ma anche di farsi avanti per ascoltare, per essere vicina soprattutto ai più deboli e sofferenti. E come sempre, anche noi di Chiaroscuro cerchiamo di dare spazio alla voce degli ultimi, dei sofferenti, di coloro che lottano per i loro diritti. Continueremo a farlo, ancora più forte, in questo tempo cupo che stiamo vivendo e che minaccia di diventare ancora più cupo. In questo numero leggerete, nel pezzo di Maria Tripepi, la storia di Caterina, che dall’Ucraina è fuggita per ricostruire qui la sua vita; la storia di Vera (articolo di Guendalina Pace) immigrata giunta in Italia su un barcone e che è riuscita a sfuggire all’orrido traffico delle giovani prostitute; la storia di Loujin, la bellissima bambina siriana di 4 anni che su un barcone ci è morta, di sete, nel modo più atroce (articolo di Rita Barbetti).
Il macrotema del numero 66 è invece “il doppio”, la molteplicità di sfaccettature che è insita in tutte le cose. In fondo questo tema è un omaggio al nome stesso della nostra rivista, che sin dall’inizio, con le sue storie e le sue riflessioni, si è dato, quasi come un fine fondativo, l’obiettivo di indagare sulla complessità del reale.
Infine, il reportage fotografico di Elvio Maccheroni è dedicato alle celebrazioni delle sante Maria Salomè e Maria Jacobè.
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