Da Magonza a Foligno per la Divina Commedia

by Nov 22, 2021Foligno e dintorni

Oramai tutti sanno che la prima copia del capolavoro di Dante Alighieri è stata stampata proprio nella città della Quintana. L’editio princeps dell’opera dantesca è oramai un vanto culturale per Foligno, che deve questa fortuna principalmente a due persone. Stiamo parlando del prototipografo tedesco Johann Neumeister e lo zecchiere Emiliano Orfini. In loro onore in città esiste da oltre vent’anni anche un’associazione (Orfini-Numeister, per l’appunto), che promuove e valorizza il patrimonio culturale dell’Umbria e, in particolare, del folignate, soprattutto attraverso l’attività editoriale. Numeister, partito da Magonza con la diaspora dei primi tipografi tedeschi successivamente al sacco del 1462, dopo aver percorso l’Italia si è fermato a Foligno per praticare la sua arte. Il secondo, invece, fu colui che introdusse in città la tipografia a caratteri mobili. Insomma, un’accoppiata vincente, che collaborò alla pubblicazione di diverse opere. Di certo, quella più importante fu la Divina Commedia. La data impressa – è proprio il caso di dirlo – è quella dell’11 aprile del 1472, quando l’opera di Dante Alighieri venne alla luce. Le grandi capacità di Numeister, unite alle qualità di incisore al disegno delle lettere per la stampa di Orfini, diventano dunque una straordinaria miscela culturale per la stampa. Solamente un anno prima della Divina Commedia, a Foligno vide la luce il De bello italico adversus Gothos, successivamente le Epistolae ad familiares di Cicerone. Nella primavera del 1472 è il momento della Comedìa di Durante di Alighiero degli Alighieri che, con il tempo, diventerà uno degli italiani più famosi di sempre. In questo 2021 ricorrono i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta e anche a Foligno le Giornate Dantesche sono e saranno caratterizzate da una serie di eventi per celebrare la Divina Commedia. Nel corso degli anni, le Giornate dantesche hanno sempre ospitato conferenze, appuntamenti e importanti nomi dell’arte, della letteratura e della cultura in generale. Un’altra ghiotta occasione per celebrare Foligno come città della prima copia della Divina Commedia arriverà nel 2022, quando si festeggeranno i 550 da quello storico evento. Dopo le celebrazioni a livello nazionale, quella del prossimo anno sarà una festa tutta folignate. Ma c’è un terzo personaggio a cui la città deve dire grazie. Si tratta di Evangelista Angelini, stampatore trevano che si trasferì a Foligno per proseguire a praticare il suo mestiere. È anche grazie alle sue mani se la Divina Commedia è nata nelle botteghe del “Centro del mondo”. Quello che forse è meno noto, è che, per centinaia di anni, sul nome di Evangelista Angelini si è perpetuato un errore. A trarre in inganno è stato proprio Giovanni Numeister che, nell’ultimo capoverso del colophon della Divina Commedia scrisse che insieme a lui aveva lavorato alla stampa “El fulginato Evangelista mei”. Quel “mei” è stato considerato da alcuni studiosi come il cognome di Evangelista. Ma, essendo scritto in minuscolo, si trattava semplicemente di un aggettivo possessivo, con il quale Numeister voleva ringraziare lo stampatore per l’amicizia. A scoprire l’arcano è stato, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, un altro trevano: Tommaso Valenti. Il conte, importante storico e ricercatore, svelò l’errore, approfondendo i primi dubbi sorti a monsignor Michele Faloci Pulignani. A portare alla ribalta la vicenda è stato, da poco tempo, il folignate Roberto Testa. Il giornalista non si è voluto certo impossessare della scoperta, ma ha voluto porre l’accento su un’altra questione. A Foligno esiste una via intitolata al mai esistito Evangelista Mei, così come una targa in piazza della Repubblica. Per Testa, dopo anni di continui equivoci, sarebbe doveroso concedere ad Evangelista Angelini il giusto riconoscimento toponomastico. Questo sì, che non sarebbe un errore di stampa.

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