Mi infastidisce proprio tanto l’idea che chi è venuto prima di noi ha fatto quello che voleva, fregandosene di tutto e tutti, trascurando ogni concreto segnale di avvertimento che le cose non stavano andando bene nei confronti dell’ambiente. Ora dobbiamo metterci una “toppa”, e sorbettarci quotidianamente tutti quegli irritanti discorsi: sul rispetto dell’ambiente; sull’essere green perché se non lo sei non fai vita; sulla transizione ecologica; sul rispetto dell’ambiente; sul clima impazzito; sulla siccità e tutto il resto. E basta! Mi sembra proprio che si stia esagerando! Prima avete fatto come volevate, vi siete seduti al ristorante più costoso, avete ordinato il meglio, ostriche e champagne come si dice spesso, e poi vi siete dimenticati di pagare il conto. Ora il cameriere è arrivato con il conto e l’ha lasciato a noi che, seppur non abbiamo toccato cibo, ci tocca pagare! A me non sembra proprio una cosa ragionevole, parliamone! A forza delle “filastrocche” di cui sopra, ormai è nel nostro DNA quello di essere sostenibili…fino nel profondo della nostra colonna vertebrale. Quando ci hanno messo al mondo e lo spermatozoo di papà era in cerca dell’ovulo da fecondare di mamma, era già green, talmente green che è andato alla ricerca di quello più vicino per essere sostenibile e a chilometro zero.Poi, fin da piccoli, ci hanno detto che, per avere un futuro pulito; bisogna immettere nell’ambiente meno schifezze possibili, altrimenti recuperare il danno provocato da quei furbacchioni che si sono seduti al tavolo a mangiare prima di noi, sarà sempre più difficile; se non impossibile.
Ecco, quindi, che il nostro essere sostenibili si è evoluto fino a diventare una missione quotidiana. Un vero e proprio lavoro poco remunerativo e senza ferie. Differenziare sempre e comunque altrimenti sei black e non green. Tirare fuori i secchi giusti nel giorno giusto, altrimenti sei stupido e non sostenibile. E tutto questo ha affinato il nostro senso critico/civico verso gli altri. Quando la sera usciamo a tirar fuori la plastica, non guardiamo se il vicino lo ha fatto? E se non lo troviamo il secchio del vicino? Beh, ecco che ci si aprono diversi scenari: il vicino si è dimenticato o peggio non fa la differenziata? Allora il vicino è brutto e cattivo. Oppure non hai beccato il giorno giusto…e ti domandi come sia potuto accadere, non è possibile!! È arrivata la notifica da Junker, l’app. della VUS!! Insomma le nostre sinapsi cominciano a cavalcare l’onda della sostenibilità ambientale facendoci passare minuti infernali prima di sciogliere qualunque riserva. Ma non finisce qui! Il nostro senso critico/esplorativo oltrepassa i confini del quartiere e ci porta ad un confronto cittadino e addirittura extra territoriale. A forza di vedere ai telegiornali l’immondizia accatastata ai lati delle strade della nostra Capitale con i cinghiali che ci vanno a rovistare sopra, non facciamo altro che postare sui social il disagio di qualche cassonetto strabordante o che viene svuotato in ritardo! Ma insomma!! Un po’ di tolleranza! Se non si fa in tempo a svuotarli tutti, allora te li tieni fuori di casa che puzzano un pochino, fino a quando, una mattina, speri tu di vedere qualche cinghiale che te lo svuota! Ma vi siete chiesti perché prima che buttavamo tutto e tutti in un unico secchio, non si riempivano mai? Perché? Forse perché venivano svuotati quotidianamente. Adesso no. La plastica una volta al mese così come la carta e l’indifferenziato. C’è un cronoprogramma che deve essere rispettato e non si discute. All’inizio dell’anno ci viene inviato per posta, giusto per essere green, con un calendario che copre un intero anno. Incurante se poi a metà ci si accorge che qualcosa non è andato come preventivato. Poco personale? Pochi mezzi? Pochi soldi? No, quelli no, visto che la TARI è aumentata. Allora che fai? Ti devi organizzare con i tuoi mezzi, o affitti un furgoncino se sei un accumulatore seriale di robaccia, vai alla stazione ecologica negli orari programmati e svuoti quello che non ti entra. Oppure, se ti è rimasto un po’ di spazio negli altri secchi, non fa niente!! Tanto chi ci va a guardare! Un po’ di plastica nella carta o nell’indifferenziato mica si vede se la mettiamo sotto sotto!!
Insomma, siamo sostenibili perché ci crediamo o perché dobbiamo? Perché penso che se ci crediamo veramente ci viene meglio che se ci viene imposto. Lo siamo perché abbiamo senso di responsabilità nei confronti di chi verrà dopo di noi, lo facciamo come hanno fatto quelli che hanno mangiato senza pagare? Con la scusante che quelli di prima non avevano ancora sotto gli occhi il disastro ecologico che hanno provocato e a cui stiamo andando incontro. Proprio non lo so. Possiamo criticare un sistema che non va; lamentarci dei ritardi nei servizi; usare i social per amplificare la nostra indignazione ma non credo che riusciremo ad andare tanto oltre. Le amministrazioni cambiano, cambiano i politici e le teste di chi decide. Ma noi no. Cominciamo a pensare che il primo vero strumento che deve funzionare per un futuro meno puzzolente siamo noi. Facciamolo entrare veramente nel nostro DNA quello di rispettare questo posto senza alcuna giustificazione.
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