I giovani e il presente

by Nov 2, 2023Associazioni

Incontro con Don Luigi Ciotti

Giovedì 20 Aprile 2023, ore 10.00

L’occasione per noi di Chiaroscuro è una di quelle imperdibili: assistere alla conferenza di Don Luigi Ciotti tenuta in occasione della 12ª Festa della Scienza e Filosofia. L’appuntamento è fissato alle 10 del mattino all’ingresso dell’Auditorium San Domenico di Foligno, e insieme a me ci sono anche Alessio (il direttore) e Jacopo, mio collega autore. Siamo impazienti ed emozionati perché siamo venuti non solo per ascoltarlo, ma anche per fargli una breve intervista e la cosa, potrete immaginare, ci piace tanto. Ad attenderlo, oltre a noi, c’erano molte persone: autorità di ogni genere, giornalisti e semplici cittadini, tutti desiderosi di vederlo arrivare. In effetti, poco dopo, scortato da alcuni agenti in borghese, lo vediamo comparire con la sua classica e inconfondibile camicia scura, i capelli bianchi svolazzanti. Cerchiamo subito di avvicinarci, lo seguiamo prima con lo sguardo e poi facendoci strada tra la folla di fotografi e intervistatori. Tuttavia, lui non si ferma, attraversa la schiera di persone che lo circondano come se fosse trasparente, con la testa alta e senza esitazione guarda avanti. Capiamo subito che non è noi che cerca, non è noi che vuole. Don Luigi Ciotti, presbitero e fondatore di Libera, si dirige direttamente verso i giovani che questa mattina sono accorsi a centinaia per ascoltarlo. Li raggiunge, li abbraccia, scherza con tutti. È una scena bellissima e commovente che riempie i nostri occhi e i nostri cuori. Dopotutto, lui è qui per loro!

Molti dicono che voi siete il futuro ma io vi dico cari ragazzi che sbagliano perché voi siete il presente” gli dirà poi con voce chiara e accorata durante la conferenza. 

All’interno, tutte le poltrone sono già occupate; l’auditorium, con una capacità di oltre 500 posti, è gremito di studenti delle scuole di Foligno, tanto che dobbiamo posizionarci in piedi ai lati della sala. I ragazzi, perlopiù giovanissimi, insieme ai loro insegnanti, ascoltano in silenzio e con attenzione temi complessi, difficili e impegnativi. La mafia, la legalità, la guerra sono argomenti ostici anche per un pubblico adulto, figuriamoci per loro. Tuttavia, Don Luigi mantiene alta la loro attenzione con la sua voce dolce ma decisa e potente. Le sue parole non sono semplici parole, ma esortazioni, quasi una preghiera di chi vuole scuotere a tutti i costi queste giovani coscienze che lo stanno ascoltando. Ogni passaggio è preciso, studiato, ma allo stesso tempo sincero e appassionato, spesso accompagnato da un “Vi prego ragazzi, ascoltatemi” che colpisce per la forza e la convinzione con cui viene pronunciato.

Sono venuto molto volentieri oggi qui davanti a voi, nella coscienza dei mie tanti, tanti limiti. Si, sono un uomo limitato ma vi dico che non dovete mai temere la vostra fragilità. Dobbiamo accettare le nostre fragilità poiché ognuno di noi è importante nonostante i propri limiti. Per questo io qui non rappresento un io ma un noi, oggi più che mai è necessario unire le nostre forze, tanti io che fanno un noi. I cambiamenti che sogniamo, che desideriamo necessitano del contributo di tutti, il mondo ha bisogno di voi ragazzi miei, della vostra passione della vostra fantasia del vostro impegno, della vostra curiosità. Voi siete in presente, un presente che incalza che chiede spazio, un presente urgente. Essere qui per me è un atto di amore nei vostri riguardi per cui vi dico diffidate, vi prego ragazzi, diffidate da chi non vi ascolta, da chi parla di voi ma non parla con voi, sappiate distinguere tra seduttori ed educatori. Diffidate da chi oggi vuole solo intrattenervi, da questo mondo virtuale che in realtà vi rende schiavi del consumo, vi vuole solo vendere della merce. Ritornate a parlarvi, recuperate le relazioni tra di voi e con il mondo, solo così potrete capire voi stessi è gli altri: l’ascolto reciproco è la chiave di tutto, quello che spesso manca. Oggi siete qui con i vostri professori ed educatori, loro vi ascoltano e vi vogliono bene, vi vogliono persone libere, amateli sempre ragazzi, vi prego di farlo”. Ed ancora: “Riscoprite il piacere del silenzio, della noia e della solitudine per arginare questo bombardamento di informazioni che offusca la nostra mente e confonde le nostre anime”.

Don Luigi spazia tra tutte le tematiche, si sofferma sui diritti, necessari, indispensabili per assicurare giustizia nel mondo. “Estirpare le cause delle guerre vuol dire costruire giustizia, verità, ma anche giustizia ambientale, i diritti della natura. Solo i diritti che permettono ad ogni essere umano la vita libera e dignitosa e finche non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri non potrà esistere giustizia e pace nel mondo” 

Ancora una preghiera rivolta ai giovani, un appello che viene dal cuore: “Vi prego ragazzi, non limitatevi solo ad emozionarvi di fronte alle tragedie del mondo. È giusto commuoversi, ma dobbiamo muoverci più che mai, perché nemico della pace è anche il quieto vivere. Nemici della pace sono i neutrali e i mormoranti, coloro che parlano ma non fanno nulla. I costruttori di pace, invece, sono coloro che agiscono concretamente, quelli che quotidianamente si sporcano le mani. Sono i medici che curano gratuitamente le persone in molte parti del mondo, sono i semplici marinai che salvano i migranti in mare, le navi delle ONG che sorvegliano le coste del Mediterraneo. Sono quei religiosi e religiose che portano il Vangelo non solo come credo, ma come pratica di vita per i disperati nel mondo. Costruttori di pace sono i giovani che coltivano le terre sottratte alla mafia, mettendo a rischio la propria vita per la legalità e la giustizia sociale.”

Infine una consegna:  “Cari ragazzi, vi lascio tre parole, tre punti di riferimento che tutti noi, piccoli e fragili, dobbiamo seguire per costruire la pace. La prima parola, non dimenticatelo mai vi prego, è verità. Non può esistere pace senza ricerca della verità, senza trasparenza, ma badate bene che per cercare la verità dovrete informarvi, conoscere studiare. La seconda parola è onestà, viviamo in una società spesso corrotta e un paese corrotto ruba a se stesso. La terza e ultima parola è responsabilità, il cambiamento deve partire da noi dalla nostra responsabilità e coerenza. Allora la prima azione concreta di pace è guardare in noi stessi, perché noi dobbiamo essere i primi disposti a metterci in gioco, con le nostre azioni, con i nostri gesti che devono essere di non violenza, gesti di accoglienza di rispetto e di incontro verso gli altri. La pace comincia sempre dal reciproco riconoscimento, dalla relazione”. 

Non so cosa pensino Alessio e Jacopo, ma io sono rapito dalla passione con cui Don Luigi si rivolge a questo giovane pubblico e, soprattutto, dall’attenzione che gli è stata concessa, cosa che non era affatto scontata. La sala ora, però, comincia a muoversi e capiamo che questa bellissima mattinata sta giungendo al termine. Ci ricordiamo che siamo qui per intervistarlo, così ci avviciniamo con rispetto, cercando di sfruttare al meglio i cinque minuti che ci sono stati promessi dagli organizzatori. Lui ci accoglie con gentilezza, come del resto fa con tutti, ci concede l’intervista, ma è impaziente di tornare da loro: i suoi giovani. Così lo vediamo dirigersi al centro della sala, sotto il palco, e ritornare a stringere mani, abbracciare e sorridere con i ragazzi che lo stanno aspettando.

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