Piazza della Repubblica cuore della vita cittadina è da secoli spettatrice dell’attività amministrativa, politica, religiosa e culturale. È stata Piazza Grande, Piazza della Fiera, Piazza Vittorio Emanuele II, Piazza del Mercato, Piazza dell’Orologio, e dal 1947 ha assunto il nome attuale. In età comunale è Piazza Grande e definisce il suo aspetto grazie alla costruzione del Palazzo dei Priori, del Palazzo del Capitano del Popolo e del Palazzo del Podestà e della Cattedrale sul nucleo originario del risalente al IX – X secolo posto nel luogo della sepoltura di San Feliciano, vescovo e patrono della città.
Di fronte alla Cattedrale c’è il Palazzo del Podestà con una loggia aperta, come quella visibile oggi che appare invece murata nelle foto che lo ritraggono nei primi anni del secolo scorso e in cui si vede una finestra dentro la terza loggia. A fianco verso il Palazzo Comunale c’è il Palazzo Orfini di origine tardo quattrocentesca, antica dimora della famiglia di Emiliano Orfini nelle cui stanze probabilmente Johann Numeister ed Evangelista Mei stamparono la prima edizione della Divina Commedia l’11 aprile del 1472. Dal 1865 è presente una targa posta a seicento anni dalla nascita di Dante, “ a perpetuare la memoria che Emiliano Orfini volle divulgata al mondo la Divina Commedia..” Oggi Palazzo Orfini ospita il Museo della Stampa. La foto che ritrae i Palazzi è dei primi del 1900. Nel corso del trecento sul lato settentrionale della piazza, nella zona dove si trovavano case e casupole, si inserisce palazzo Trinci. Completamente rifatta la sua facciata per i gravi danni del terremoto del 1832; lo stile è neoclassico con un disegno simile a quello del Palazzo Comunale. Lo scalone del cortile realizzato nel 1927 ha sostituito quello precedente ed è stato poi restaurato dopo la seconda guerra mondiale per i datti causati dal bombardamento del 1944 e successivamente dopo il terremoto del 1997. Nel 1967 l’inaugurazione del restauro della scala gotica interna e del pozzo utilizzati dalla famiglia Trinci. Tra la metà del ‘500 e quella del ‘600 dalla fusione del Palazzo dei Priori e del Palazzo del Capitano del Popolo sorge il Palazzo Comunale poi restaurato su disegno del Mollari dopo il terremoto del 1832 con aggiunta di un avancorpo centrale con parapetto di travertino e sei colonne a sostegno della struttura.
L’orologio che si trova sulla facciata risale al 1909 costruito dalla ditta Cesare Fontana di Milano. Non credo ci sia tra gli anziani di Foligno chi non abbia lo abbia mai guardato anche per sapere l’ora; forse è per questo che ricorre il nome Piazza dell’Orologio come usavano dire i genitori e i nonni nella mia memoria di bambino e di ragazzo. La foto che ritrae il Palazzo Comunale ed è visibile una parte del grande orologio è dei primi del 1900. Il bel rettangolo della piazza si completa con Palazzo Amadio e Palazzo Crispo Fongoli dall’altro lato rispetto a Palazzo Trinci. Dalla prima metà del ‘400 Foligno vive un periodo del grande sviluppo economico e nel mese di marzo ospita la Grande Fiera che a partire dal 1600 si svolge tra maggio e giugno con il nome di Fiera dei Soprastanti. Da ogni parte arrivavano mercanti e mercanzie, giocolieri e mangiatori di fuoco e si assiste ad un forte incremento delle attività ricettive e di accoglienza.
Così Piazza della Fiera, come via della Fiera era il nome di Corso Cavour e largo Carducci e altri riferimenti a quel periodo si ritrovano nella toponomastica folignate. Dal 1878 la piazza è intitolata a Re d’Italia da poco scomparso e diventa Piazza Vittorio Emanuele II. Numerose fotografie del ‘900 la ritraggono e raccontano di mercati e fiere con bancarelle e ombrelloni aperti per difendere la merce dal sole e dal caldo. Tanta la gente a curiosare e fare acquisti. C’era anche un’edicola per la vendita dei giornali che veniva spostata per essere collocata dove c’era bisogno sulla piazza. Così il nome della piazza in alcune cartoline dell’epoca è Piazza del Mercato. Nei primi anni del ‘900 alcuni lavori restituiscono alla facciata minore della Cattedrale di San Feliciano l’aspetto attuale ben diverso da quello che propongono immagini di epoca precedente dove si notano due porte laterali e non sono visibili il rosone principale, quelli minori e le bifore, costruire dai Trinci, e così riaperte. Altri lavori iniziano nel 1923 e riguardano la sistemazione del Palazzo delle Canoniche, quello che avrà le trasformazioni più consistenti. Andavano demolite le case che vi erano appoggiate perché rendevano troppo stretto il passaggio da Largo Carducci alla Piazza e non permettevano di goderne lo splendore. Nella foto è chiaramente visibile la parte da demolire. I contributi per i lavori arrivano dal Comune, dal Vaticano, dalla Cassa di Risparmio, dal Banco di Roma e dalla Provincia. L’inaugurazione nel 1926. Nei primi anni 30 viene installato in Piazza Vittorio Emanuele II un distributore di benzina e una grande fontana fra le Canoniche e il Palazzo del Comune posizionati come visibile nella foto. La fontana risulta ben presto ingombrante e inadeguata per il luogo, non suscitando mai il favore dei folignati per i problemi causati dell’acqua che bagnava i passanti e nel periodo invernale creava sulla pavimentazione della piazza lastre di acqua gelata. Ci fu anche una petizione per rimuoverla e nel giugno del 1935 viene smontata, ammassata ai Canapè e lì in seguito ricostruita.
Dal 1947 la Piazza si chiama della Repubblica e continua ad essere punto di riferimento importante per la vita della città. Continuamente riscoperta nel suo passato, secoli di storia e calamità non me ne hanno mai minato lo splendore.
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