L’origine del negazionismo

by Mar 30, 2021Scrittura creativa

Vi siete mai soffermati a pensare a quanto sarebbe noiosa la nostra esistenza senza un po’ di mistero? È quello che smuove la curiosità e che evita di farci annegare nel tedio. È nella natura umana porsi domande esistenziali quali ‘Esiste un’entità superiore?’, ‘Siamo soli nell’universo?’, ‘Quale legge fisica regola l’ingarbugliamento del filo delle cuffiette?’ e senza dubbio esse spingono il nostro intelletto alla continua ricerca di risposte. Il mistero, o meglio l’esigenza di svelare un mistero, è anche alla base del metodo scientifico, definito come il sistema che usa la scienza per comprendere un fenomeno in modo oggettivo, verificabile e riproducibile.
Per spiegare meglio il concetto, prendiamo come esempio la scoperta che il fuoco è pericoloso. Ci troviamo in una caverna, circa un milione di anni fa. Se vi sembra di sentire una sinfonia in lontananza non vi preoccupate, l’Aria sulla Quarta Corda di Bach parte in automatico in qualsiasi scena documentaristica, vera o immaginaria che sia. Un Homo Erectus, che per comodità chiameremo Pino, mette la mano su una fiamma e inizia a bestemmiare tutti gli idoli che conosce. Un altro Homo Erectus, che per brevità chiameremo Gino, osserva incuriosito il fenomeno e decide di voler scoprire cosa ha provocato la sequela di improperi da parte del povero Pino. Intuisce che l’aver messo la mano sul fuoco sia la causa del fenomeno e per verificarlo prende l’altra mano di Pino e la mette sul fuoco. Come si aspetta, la conseguenza è un’ulteriore sfilza di imprecazioni, addirittura più intense di prima. Bene, Gino ha appena verificato la sua ipotesi. Ma può definitivamente dire che il fuoco è pericoloso? No, perché il fenomeno è stato osservato solo sul malcapitato Pino. Allora Gino prende le mani di un terzo Homo Erectus, che chiameremo Nino, e le mette sul fuoco. E osserva lo stesso fenomeno accaduto poco prima a Pino. A questo punto, la sua ipotesi che il fuoco sia pericoloso si è verificata in due soggetti diversi, quindi è anche oggettiva e riproducibile. Per renderla ancora più forte, potrebbe verificare l’ipotesi anche su di sé, ma siccome Gino oltre ad essere Homo Erectus è anche l’antenato dell’Homo Paraculus, decide che lui sarà il controllo negativo: non ha toccato il fuoco, le sue mani stanno benissimo e nessun idolo lo fulminerà per averlo bestemmiato (anche se quest’ultima affermazione è tutta da dimostrare…). Ora, se osservate bene la caverna, vi accorgerete che in un angolino c’è Mino, un quarto Homo Erectus che sta silenziosamente esaminando la scena.

“Oh Mino, hai visto che il fuoco ha fatto male a Pino e Nino?” dice Gino, tutto entusiasta della sua scoperta “Chiamerò questo fenomeno ‘bruciare’. Ed è dannoso. Da oggi nessuno deve mettere le mani sul fuoco”. Se lo scrutate da vicino, vi accorgerete che Mino è terrorizzato dalle mani ustionate di Pino e Nino. E sapete cosa si fa per esorcizzare la paura? Si nega.
“Non sono d’accordo” risponde Mino “Secondo me Pino e Nino avevano già patologie pregresse alle mani. Quindi la bruciatura non è DA fuoco, ma CON fuoco.”
“Scusa ma che cambia?” domanda perplesso Gino “Il risultato è che hanno entrambi le mani bruciate e inservibili.”
“E dire che non dobbiamo più mettere le mani sul fuoco è dittatura!”
“Va bene, allora metti le mani sul fuoco e dimostrami che non è dannoso”
“Col cazzo!”
“Ecco….”

La psicologia ci insegna che la parte più difficile di un fenomeno traumatico è l’accettazione. La negazione lascia l’implicito spiraglio che ciò che ci ha così profondamente colpito non sia vero, che sia solo un incubo.  Che quando ci sveglieremo sarà tutto come prima, non avremo la necessità di cambiare le nostre abitudini. E così dopo Mino, nella nostra storia ci sono stati negazionisti vari, fino ad arrivare ai più recenti negazionisti del Sars-CoV-2. Vi svelo un segreto: nonostante la scienza da secoli cerchi di individuare gli esatti meccanismi mentali che portano a questo comportamento, una risposta completa non è stata ancora trovata. Come per il filo ingarbugliato delle cuffiette, dobbiamo rassegnarci all’esistenza del fenomeno. Sarebbe un po’ ipocrita fare i negazionisti dei negazionisti. Più che ipocrita sarebbe pericoloso. Non si può eliminare il negazionismo, ma si può arginarlo col buonsenso. Per il filo delle auricolari invece non c’è niente da fare.

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