Non è solo maltempo (cit)

by Nov 2, 2023Scienza

Intervista al meteorologo Michele Cavallucci

Ci risiamo.

Anche il 2023 verrà ricordato per l’ennesimo disastro naturale che si è portato con sé distruzione, morte e un senso di impotenza al quale non è mai facile abituarsi. Sì, perché la nostra penisola ciclicamente ricorda terremoti, smottamenti, eruzioni e alluvioni e ogni anno i media si ritrovano a documentare situazioni sempre più estreme. È normale questa situazione? Il cambiamento climatico è solamente una serie di parole e non esiste. Le scie chimiche rilasciate dagli aerei del Giro d’Italia hanno causato i terribili temporali in Emilia Romagna. Queste sono due delle tante affermazioni che si possono trovare in giro per il web, e sono la riprova di quello che sta provocando negli ultimi anni una cattiva informazione. Come conseguenza alla recente tragedia che ha colpito l’Emilia-Romagna, è iniziata la discussione sulle cause di questi eventi climatici, dibattito che probabilmente si affievolirà nel momento in cui l’acqua si sarà asciugata e i media avranno altro a cui pensare, come il cast di Temptation Island oppure i pettegolezzi dei Ferragnez. Che esista un qualcosa chiamato riscaldamento globale, la cui azione produce delle catastrofi, dopo quasi un secolo di ricerche e numeri da parte di scienziati, dovrebbe essere assodato nell’immaginario collettivo: eppure sembra che chi continui a cercare di dare le giuste informazioni in merito diventi dannoso. Chi ne parla è un menagramo il cui solo risultato è, appunto, portare “sfiga” e generare ecoansia. È così e a nessuno viene in mente, dopo due eventi così catastrofici come quelli accaduti in Emilia-Romagna, che forse il riscaldamento globale non è un qualcosa che vivremo in un futuro lontano e nebuloso, ma qualcosa che sta colpendo duro già oggi e continuerà a farlo anche domani. È giusto ricordare inoltre che nascondere un problema con la frase “è stato un evento di maltempo eccezionale” non serve ad evitare il problema, ma a renderlo ancora più grande. È per questo che in merito a questa situazione, per informare al meglio su un argomento spinoso come il seguente, si è deciso di interpellare il meteorologo di Umbria Meteo, Michele Cavallucci.

Gli eventi straordinari in Emilia Romagna hanno fatto di nuovo focalizzare l’attenzione sulla prevenzione, cosa possiamo aggiungere in merito?

Il problema della prevenzione, in Italia, e non solo nel territorio Emiliano-Romagnolo, rappresenta una questione annosa che, purtroppo, non viene mai affrontata tempestivamente, ma, quasi sempre, con tempi troppo lunghi riguardo la risposta che dovrebbe essere data alle criticità rilevate in “tempo di pace”, quando, per esempio, si hanno periodi siccitosi che possono permettere di analizzare aspetti che normalmente non potrebbero essere presi in esame.

Eventi di questo tipo non possono e non devono essere confusi con il maltempo. Quanta correlazione c’è con il cambiamento climatico.

Il termine “cambiamento climatico”, negli ultimi tempi, ha subito una alterazione del suo significato, a seconda dell’uso che ne viene fatto, in quanto, un forte temporale, con grandine e allagamenti, è sempre avvenuto, e non va confuso con quelle che sono altre dinamiche che possono essere associate al cambiamento climatico. Per citare quanto avvenuto in Emilia Romagna, l’evento singolo, sia quello del 2-3 maggio che quello del 16-17 maggio, sono eventi che possono essere catalogati come “estremi”, se presi singolarmente, e hanno un tempo di ritorno di 20-30 anni, se non di più, con questa tipologia di intensità ed estensione della zona colpita. La cosa che può associarli al cambiamento climatico, non è la loro intensità, quanto il tempo di ritorno così ravvicinato, nello spazio di nemmeno 20 giorni, cosa che ha fatto amplificare gli effetti sul territorio.

Perché in Emilia-Romagna e nelle Marche le alluvioni sono così intense? Una spiegazione dal punto di vista geologico e morfologico è possibile darla?

Non è corretto pensare che queste cose avvengano solo in queste due regioni, sono troppo recenti le alluvioni in Liguria, in Piemonte, in Sicilia, in Campania, Sardegna e altre regioni, in quanto la nostra nazione ha immensi e continuati problemi a livello idrogeologico, presenti in moltissime zone, amplificati dall’impermeabilizzazione dovuta al consumo di suolo, alla errata gestione del territorio dal punto di vista urbanistico, specie nelle zone in pendenza, dove molti torrenti e corsi d’acqua, anche di portata normale risibile, vengono tombati, stringendo in maniera drastica il loro corso, aumentandone, di converso, la velocità dell’acqua in caso di forti temporali. Quelli dell’Emilia -Romagna e delle Marche sono solo gli episodi più recenti, nella storia delle alluvioni italiane, poche regioni mancano all’appello…

La composizione del terreno nella pianura alluvionale ha contribuito?

La composizione geologica dei terreni, soprattutto nell’appennino tosco-emiliano, composto, nel suo versante emiliano, soprattutto di argille e arenarie (i calanchi ne sono l’evidenza maggiore dal punto di vista visivo), ha contribuito non poco alla amplificazione degli eventi, in quanto, dopo le precipitazioni abbondanti dei primi di maggio, al secondo evento, i terreni erano praticamente già saturi e, oltre a far sì che tutta la cumulata delle precipitazioni finisse nei fiumi, hanno subito un ulteriore appesantimento superficiale che ha favorito l’aggravamento di movimenti franosi già esistenti, e la formazioni di tantissimi altri nuovi. Ma, del resto, ci dimentichiamo, troppo facilmente, specie nella ubicazione dei centri urbani e nella realizzazione di argini che portano ad esser i fiumi “pensili”, che la pianura padana è una pianura alluvionale, che si è formata, non solo con i sedimenti del Po, ma anche con quelli che hanno portato, nelle migliaia di anni, i suoi affluenti, sia appenninici che alpini.

È impossibile fare previsioni, ma il cambiamento delle stagioni sarà sempre più una costante?

Se l’aumento della temperatura globale non subirà una interruzione, fornendo quindi sempre più energia agli eventi, energia sotto forma di calore latente e umidità evaporata, grazie a questo, da terre e oceani, sarà inevitabile dover affrontare una escalation nel cambiamento delle stagioni, ma soprattutto in eventi estremi ripetuti nel tempo a livello di pattern, volendo significare, questo termine, un tipo di configurazione barica che interessi una regione per molti mesi, portando come eventi estremi anche situazioni siccitose, come ad esempio quella che ha colpito il nord ovest per quasi 22 mesi, con rare pause, tanto per far comprendere a chi legge che gli eventi estremi non sono solo quelli alluvionali

Tra le fake-news più pericolose sicuramente quelle dedicate alla pulizia degli argini del fiume.

La storia della pulizia dei fiumi dovrebbe avere un libro a parte, delicato. Di sicuro ci sono problematiche che vengono da molto lontano, da oltre 50 anni, in cui si è cercato di scavare il letto dei fiumi a fini di reperimento di materiali da costruzione. Le problematiche che, invece, potrebbero andare ad amplificare gli effetti di precipitazioni così intense, come quelle avvenute in questi due eventi ravvicinati, possono essere rappresentate dalla presenza dei tronchi nei fiumi, tronchi che, in caso di forti precipitazioni, possono andare ad incastrarsi tra di loro o in prossimità di ponti o strettoie degli alvei, formando pericolose dighe capaci di creare alluvioni lampo, molto forti, con sollecitazione oltre misura degli argini, a volte incapaci e non progettati per ovviare ad una certa portata improvvisa, impossibile da calcolare. Da non sottovalutare, in pianura padana, che praticamente tutta la parte antropizzata, è situata, in caso di piena dei fiumi, ben al di sotto del livello di allerta degli stessi e, in caso di rottura di un argine o di tracimazione di un corso d’acqua, tutto il territorio verrebbe allagato, cosa che a volte può avvenire anche in caso di precipitazioni molto intense e livello alto dei fiumi maggiori, quando potrebbe essere difficoltoso il deflusso dei corsi d’acqua minori in quelli principali, portando ad un allagamento generalizzato.

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